Sul blog di Francesco D’Isa sul post ho trovato questa frase qui:

Cioè che a Berlino il clima è una merda, la cucina incomparabile alla nostra, la lingua interessante ma complessa, la città bellissima ma neanche troppo paragonata ad alcune città italiane. Eppure si sta molto, molto meglio rispetto all’Italia. Pensare quanto si starebbe bene a casa se fosse amministrata in modo non dico buono, ma  vagamente decente, è immediato.

Io credo che questo pensiero l’abbiamo pensato in tanti di quelli che sono partiti. Potete cambiare Berlino con una citta qualsiasi del Nord Europa ed il risultato non cambia (almeno per il clima). In particolare io pensavo all’ambito accademico, dove la presenza di gente di tutte le nazionalità è data soltanto dall’approccio meritocratico e dalla bontà della scienza che viene fatta, ed alla ricaduta che questa ha sull’ambiente. Non esattamente dal luogo dove si trova il laboratorio (che comunque è importante dal punto di vista di opportunità, ma un polo di eccellenza viene creato prima dall’alta qualità della scienza, poi dalle possibilità a contorno.)

Bhè, non è un problema del posto dove lo metti è sempre soltanto un problema di gestione, poi le persone si spostano in base alla qualità dell’offerta.

Concludendo, gli amministratori di qualsiasi cosa contano ed anzi determinano la riuscita di un certo ambiente e progetto. Se gli amministratori vengono eletti (e si tratta di amministratori pubblici) è tempo di capire che non sono tutti uguali, ma che qualcuno potrebbe (e dovrebbe) fare la differenza.