La rivoluzione pigra è un romanzo di Jacopo Fo, che ovviamente non ho ancora letto e che potete trovare quà.
Tuttavia questo post prende le mosse dal titolo del romanzo e di come oggi ne ho interpretato il titolo.
Sarà che ho letto il post su MenteCritica sulle rivoluzioni che, scritto realmente bene, scopre una verità abbastanza chiara e cristallina — la rivoluzione è un momento temporaneo che non può durare una volta acquisito il potere –, sarà che oramai non ne posso più di dire che è tutto uno schifo e basta, tuttavia oggi voglio passare all’azione.
Innazitutto vorrei motivare la rivoluzione (pigra?) e la scelta del titolo. Se è vero che siamo il paese del Gattopardo, è vero anche che possiamo utilizzare lo stesso approccio ribaltando un pochino.
Il “cambiare tutto per non cambiare niente”, diventerebbe “cambiare poco per cambiare tutto”. Ovviamente questo metodo andrà sotto il nome della rivoluzione del bradipo (animale stanco e lento per antonomasia)
E allora vediamo un pò di stilare un pUntuario del cittadino italiano, che bradipamente vuole cambiare il suo paese e che vuole trovare una via d’uscita a questo pantano senza sforzarsi troppo che “Antò, fa caldo”.
Ok, subito svelo il trucco. Non c’è una soluzione precisa, ma ci sono diverse idee ed il confronto è aperto.
Mosse concrete
Illuminate e sullo stesso tono il post di Jacopo Fo, “Io vi sfido, comunisti bastardi”. Il punto fondamentale è che servono delle mosse concrete che noi possiamo fare.
Proposta uno: Gruppi di acquisto.
In breve il gruppo di acquisto è un modo di comprare un determinato servizio a condizioni fisse, di solito con maggiori garanzie ed ad un prezzo inferiore. Come è possibile? Semplice: Il numero fà la forza.
- Gruppo di acquisto sui pannelli fotovoltaici
- Gruppo di acquisto sull’energia prodotta da fonti rinnovabili
- Gruppo di acquisto per pannelli solari termici e caldaie ad alto rendimento
- Gruppo di acquisto per contratto di telefonia fissa
- Gruppo di acquisto per un fondo che investa sulle energie rinnovabili
Ok, tutto molto bello, ma noi che possiamo fare?
Semplice, aderire al gruppo di acquisto o ai gruppi di acquisto che ci interessano.
Punto due: Leggi del buon senso
L’idea che viene avanzata in queste leggi è quella di fare delle leggi con il buon senso. I punti toccati sono:
- Legge contro gli sprechi della pubblica amministrazione
- Legge sulla sicurezza sul lavoro
- Istituzione dello strumento della class action
- Legge a favore della tutele dell’ambiente
- Legge sull’amianto
- Legge sulla devoluzione allo stato dei beni sequestrati e non reclamati
- Legge sulla razionalizzazione dello sfruttamento dei beni confiscati alla mafia
- Legge per snellire (dimezzare) i tempi di un processo
Tutta la storia la trovate su 10 leggi semplice per cambiare l’Italia
Punto tre: Informazione
L’informazione, ovvero raccontare i fatti e sapere come sono andate veramente le cose. L’idea alla base è che una volta appurati i fatti ed avendo chiaro di come sono andate le cose si può tranquillamente esprimere un’opinione. Il punto fondamentale è che bisogna avere i dati, poi su quelli costruire. Altrimenti non facciamo altro che buttare tempo ed energie.
- Chiarelettere ed i libri che escono sotto queste edizioni.
- QuiMilano Libera
Punto quattro: Partecipazione
Ce ne sono differenti esempi. Un paio di link:
Questo post non vuole essere ne esaustivo, ne completo. Non vuole essere ne una bussola ne una mappa. Vuole essere una piccola raccolta di link ed una sintesi del mare magnum di internet. Una lista di punti. Un pUntuario.
Perché è vero che è tutto uno schifo, ma parafrasando Galileo “Eppur si muove” .
E allora muoviamoci. Anzi, andiamo a punti.