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Ed ora la terza via. O più semplicemente un’altra.

Come scrive molto bene Luca De Biase la decisione del Senato americano di approvare il finanziamento pubblico per evitare il fallimento di banche ed istituti di credito segna la fine di un era.

Dopo il comunismo anche il capitalismo ipersfrenato, nella sua accezzione di sistema iperliberista ha fallito ed è collassato.

Ora è necessaria una terza via. Forse la decrescita felice, la meritocrazia e la voglia di fare un salto alle culture potrebbero essere alcuni dei futuri ingredienti che potrebbero essere utilizzati.

Forse il tempo dei brevetti e della conoscenza a pagamento è finito (creative commons?), e la schiavizzazione basata sulla mancanza di informazione sta per giungere al termine.

Tutte queste cose insieme, per come le vedo oggi io, convergono verso un nuova visione del mondo e della società, dove i rapporti fra due persone qualsiasi diventano paritari.

Se la conoscenza diventa gratuita, e se ognuno può fruirne in maniera libera, stimolando la giusta dose di sapere e dando la possibilità di coltivare quel sapere si avranno degli scenari molto interessanti.
Penso a wikipedia, penso agli atenei statunitensi che hanno iniziato a mettere on-line le lectures, penso all’opera di open-science, open-knowledge, open-wetware. Penso all’open-source. Penso ad un nuovo mondo dove non ci siano prevaricazioni, e dove tutti siano primo inter pares.

E’ ovvio che c’è da capire come viene pagato chi produce conoscenza e la rende disponibile a tutti. La risposta a questa domanda non è triviale, ma và trovata e ricercata, perchè questo sarà lo snodo futuro. In fondo il modello open-source è lì, e raggiunge dei risultati. Dà lavoro a più persone di quanto si creda. Il problema è come riuscire a trasportare questo modello in altri ambiti. O inventarsene un altro.

Avremo così uno dei mattoni per costruire la terza via. O forse, più semplicemente, un’altra.

Anelando verità

Su mentecritica c’è un bel dibattito su che cosa sia la verità.

Partito da un post di Cruman, continuato con un mio post e con l’ultima voce di zippole.

Innazitutto vorrei ringraziare zippole per la pseudo recensione del mio pezzo che qui riporto:

L’articolo di Mattions è Verità. E’ tremendamente vero. Un ragionamento, o meglio un discorso, che non faccia una piega, tenga i piedi incollati ai fatti, e allo stesso tempo sia così sentimentalmente sincero è vero per definizione. Sicuramente può venir “limitato” a Verità Soggettiva per il fatto di aver scelto un ambito di spiegazione piuttosto che un altro, ma in seno al discorso tutto è logico e nella mancanza di una soluzione lo stesso autore fa trasparire sinceramente il suo smarrimento.
Vorrei fare una mini analisi del testo, in particolare le ultime tre affermazioni:

* constatazione
* battuta per sciogliere la tensione e preparare positivamente all’ultimo punto
* riassunto dell’articolo per ribadire la mancata soluzione al quesito

E’ un po’ come il finale di un concerto con un accordo secco ad alto volume, una canzone che termina con un acuto piuttosto che con un calare. Essa non parla umane parole, eppure ci comunica chiaramente quello che vuole esprimere!
Questo articolo è corretto nella logica delle parole, ma è anche estremamente Vero nel messaggio veicolato dai toni!
Avete mai ricevuto una Vera consolazione, oppure siete stati contagiati da un entusiasmo, o provato un sincero amore sconfinato nella fase delle coccole?
Questa è relazione.

Devo dire che mi ha fatto realmente piacere e che ne sono estremamente contento.

Infine una frase veloce sul concetto di verità:

la Verità come idea platonica rimane nella caverna e la sua ombra che si protrae all’esterno ci confonde e ci illude. Tuttavia abbiamo bisogno di verità piccole e veloci, da utilizzare come metro di paragone per riuscire ad intenderci e raggiungere un accordo. E qui la scienza viene in aiuto per risolvere problemi contingenti.

La scienza può fornirci una verità contingente e ricamata sul soggetto in questione.

L’insieme di tutte queste piccole verità ci può aiutare a scegliere e capire quali scelte operare, sapendo che queste necessitano di una costante revisione.