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Heads up

Il 26 marzo succede questa cosa quà:

Il 26 marzo 2010 ognuno di voi avrà in mano un libro, una storia che considera bella, dei personaggi che ha amato. Avrà ciò in mano, nella propria borsa o dove volete. Il 26 marzo 2010 voi prenderete questo libro e lo regalerete ad una persona a cui non avete mai parlato. Sì, proprio uno di quelli che vedete tutti i giorni. Alzerete il vostro culo, schiarirete la vostra voce e metterete qualsivoglia infondata vergogna da un’altra parte. Prenderete quest’infuso di rivoluzione e lo donerete ad un vostro compagno. Lo guarderete negli occhi e sorriderete.

Più info qui: http://albyok.altervista.org/pensoscrivo/archives/1010

Io sta cosa la faccio 🙂

Una delle piccole mosse per la rivoluzione pigra

Who owns science?

Who owns science

Patents, research driven by the market, blue sky research and other issues will be touched at the EMBL-EBI symposium this incoming Friday (19th).

I think the debate will be very interesting and the level of speakers is very high. Will be streamed on ustream so you can follow from home if you’re not in Cambridge.

How to delete a submodule from a git repo

I found the answer here:

Let’s say that you have a submodule in your project called ’submodule1? and it’s in the following path: ‘vendors/submodule1?. In git there are 3 traces of this this submodule:
1) .gitmodules
2) .git/config
3) the submodule entry in the index/commit itself.

To remove the first two, is really simple, you just edit those files and remove the lines that specify the submdoule. In order to delete the third and last trace of the submodule in git, you need to type the following command:
git rm --cached path/to/submodule
Note: Do not put a trailing slash at the end of path. If you put a trailing slash at the end of the command, it will fail.

In the example above, we would type (do not include trailing slash after submodule1):
git rm --cached vendors/submodule1

I’ll put here, so I hope to find it easily later on.

Primo Marzo con le parole di Pippo

Pippo Civati racconta il primo Marzo:

C’è il ragazzo albanese arrabbiato per la battuta di pessimo gusto del premier all’indirizzo delle bellezze albanese. C’è il marocchino che dice di volere i diritti – oltre ai doveri a cui dice di ottemperare – per sé e per la sua famiglia, anche perché è qui da tanti anni. C’è un’esplosiva signora nicaraguense che si gode la manifestazione, ridendo e parlando uno strano linguaggio. C’è la dignità del lavoro e l’importanza della memoria, con il presidente di Aned a Milano. C’è la povertà e la voglia di riscatto. C’è chi è orgoglioso di pagare le tasse («roba da matti», si dice a Milano). C’è la timidezza e la paura di esporsi. C’è la preoccupazione di chi è qui da tanto tempo, che vede peggiorare le cose. Ci sono tutti quelli che hanno potuto e voluto esserci, migliaia di persone, per la prima volta insieme, al di là del colore della pelle e del luogo di provenienza. Molti hanno richieste semplici, banali e burocratiche. Come la ragazza che è in Italia da quasi vent’anni, che studia all’università e che deve rinnovare ogni due anni il permesso di soggiorno.

Confronti

Ho iniziato a leggere questa intervista sul corriere.

Poi ho pensato a tante cose. E volevo scrivere tante cose.

Poi l’ho finita ed ho pensato a tante altre cose.

Poi forse la questione è più complicata di quello che sembra. Quindi vi lascio solo il link.

Io ho avuto paura. Tanta.

Siccome vi voglio bene e metto anche il trailer del film preferito da quel tipo lì.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=jnlKM7NNUC4]

Ottenere il risparmio investendo sulla rete

Come si può vedere dal comunicato di Terna, non serve costruire nuove centrali, ma basta investire sulla distribuzione per recuperare vagoni di energia che vengono invece buttati per la cattiva distribuzione.

Un esempio? Secondo il comunicato di Terna, con

3,1 miliardi gli investimenti in 5 anni che a regime sbottiglieranno tra i 2.500 e i 4.500 MW di produzione più efficiente, equivalenti al doppio del consumo di picco di una città come Roma, porteranno un risparmio annuo per le bollette di 600 milioni di euro ed una riduzione delle emissioni di CO2 di 2,5 milioni di tonnellate/anno.

Le fantomatiche centrali nucleari del governo fanno 1.6 GW . Così ne recuperiamo 2.5 GW. Prima. E con meno soldi. E senza il problema delle scorie. Capisc?

Via Sostenibilitalia

Una delle possibilità

La democrazia diretta, da sempre cavallo di battaglia di parecchie persone, può essere anche negativa. Perchè?

Perchè per decidere di problemi complessi serve una conoscenza approfondita del problema e non di scelte umorali. Non è il televoto di San Remo solo, ma è tutto il sistema.

Immaginate questo scenario, scritto da Gramellini sulla Stampa:

«Popolo di Raiuno! Popolo di Canale 5! Benvenuti a Decide il Poppolo, il programma a reti unificate che da oggi sostituisce il Parlamento. (Vivissimi applausi dalla platea). Basta Casta, gli onorevoli adesso… siete voi!!! (boati). Ma veniamo al tema di questa sera. Si vota sui lavoratori clandestini: regolarizzarli o rispedirli indietro? Chiamo sul palco Malik Barak, che ci esporrà in tre minuti le ragioni per cui andrebbero accolti… Grazie, Malik… E ora, per i fautori del rimpatrio forzato, Giasone Pecoracci… Grazie anche a te, Giasone… Popolo! Pensate di aver acquisito una conoscenza approfondita del problema? (Coro: Sììììì!)… Allora… si decide! Se volete regolarizzare i clandestini come Malik, il codice di televoto è lo 01. Se invece volete cacciarli come proposto da Giasone, il codice è lo 02… Notaio, push the botton! Stop al televoto…

Inquietante, molto inquietante.