Secondo questo articolo uscito su Nature in Italia si starebbe modificando il criterio di selezione dei ricercatori.
L’idea è introdurre il merito invece che utilizzare il numero di anni spesi sotto l’ala protrettrice del professore-barone (o professoressa-baronessa).
Vedremo. Sicuramente l’Italia ha la sua risorsa nel capitale umano, da secoli. Se venisse creata una struttura per fare ricerca che abbia le caratteristiche di essere:
- al passo con lo stato dell’arte
- capace di portare novità serie al contributo mondiale
- avere la strumentazione, i mezzi e la serietà per far bene
sicuramente il piano potrebbe riuscire.
Manca la volontà politica e la ricerca scientifica viene vista dalla magigor parte della gente come uno spreco di soldi. Bisogna cambiare questa idea.
May 18, 2007 at 10:55 am
Non iresco a leggere l’articolo su Nature e non capisco quindi quale sia la fonte italiana. Io credo che manchi senza dubbio la volontà politica ma purtroppo questo non basta a giustificare il permanere di un simile sistema. Mi sono fatta l’idea purtroppo che anche i cittadini, al di là dello scandalo conclamato, siano talmente addentro al sistema da non voler rinunciare ognuno al proprio “pezzettino”. Mi riferisco qui ovviamente non soltanto alla ricerca ma al sistema sociale in senso più ampio che poggia su basi clientelari e di conoscenze. Insomma sono un po’ pessimista. A presto
marilena
May 24, 2007 at 3:16 pm
Ricerca.. il problema è dato dal sistema scolastico (universitario) italiano che se ne frega(ava) altamente della “produttività” a favore dell’insegnamento. Il motore per la ricerca è l’economia e l’economia si nutre di ricerca, quindi da qualche parte bisogna iniziare (presumo sia meglio farlo dal punto di vista scolastico/istituzionale).
I fondi sono un altro problema non poco rilevante, senza soldi (tanti) non si ha il capitale iniziale per l’acquisto di attrezzature (sempre più costose quanto più la ricerca è “di confine”) e quindi…
Ciao